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Il lavoro del futuro (quando tutto questo sarà finito)

Quest’articolo per molte persone avrà il sapore della fantascienza.

È da tempo che mi sono ripromesso di rimettere mano al mio blog personale.

Per motivi che non sto qua a spiegare per me è diventato difficile trovare il tempo di scrivere.

Ricordo ancora di quando avevo poco più di vent’anni.

Dissi ai miei genitori che volevo andare via di casa e fare lo scrittore.

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E mio padre mi rispondeva:

Ma scusa se vuoi fare lo scrittore, non lo puoi fare anche qui?

Beh, no papà. Non potevo.

E mi sembra buffo che adesso, dopo essermi costruito la vita dei miei sogni,  in cui faccio un lavoro che amo e che aiuta le persone, per trovare il tempo per scrivere devo uscire di casa e chiudermi 2 giorni in hotel per riuscire a scrivere qualche riga.

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I lavori creativi presuppongono un certo guardarsi dentro, e oggi parleremo proprio di questo.

Piccola precisazione prima di iniziare il viaggio.

In questo articolo cercherò di spiegare quali sono i lavori e le competenze del futuro, quali sono cioè i lavori per cui c’è lavoro. 

(scusa il gioco di parole)

Qualsiasi mia parola sentirai però deve partire da un presupposto che cerco di spiegare da un po’ di anni a questa parte ormai.

Per cambiare la tua vita devi partire da dentro, non da fuori.

Tu puoi acquisire tutte le competenze che vuoi, puoi fare un lavoro per cui effettivamente c’è domanda nel mercato del lavoro,

puoi anche guadagnare tanto, ma questo non può che essere un effetto di un cambiamento interiore.

Non è questo l’argomento di oggi, ma questo deve essere un presupposto di lavoro.

Se non sei d’accordo, accendi il telegiornale e fatti rincoglionire dalla televisione.

Scegli pure di credere che esiste un mondo esterno che può farti del male.

Io non sono qui per questo.

Da qualche anno, 2015-2016 più o meno, ho capito, in modo chiaro e preciso che 

sono su questo pianeta per aiutare, nel loro processo di risveglio, una nuova generazione di ragazzi col cuore aperto. 

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Questi ragazzi, come lo ero anche io, hanno grandi qualità, come la Volontà, per esempio.

Ma in un mondo di schiavi terrestri, non hanno avuto occasione di mettere in gioco questa volontà per compiti all’altezza delle loro capacità.

Facciamo un esempio.

Dopo che a scuola ti hanno fatto odiare la storia e la geografia ,
facendoti studiare degli avvenimenti senza spiegarti il perché

oppure dopo che ti hanno disgustato con quelle cavolo di equazioni e versioni di latino.

Anche in questo caso non sto criticando la materia, bensì il processo secondo cui tali materie sono spiegate in modo meccanico e senza avere un perché.

Abbiamo iniziato a vedere l’apprendimento, o semplicemente il dedicarsi con dedizione ad un compito, con disgusto

Abbiamo quindi perso l’entusiasmo di applicare nella nostra vita quella volontà che portiamo nel cuore come nostra qualità interiore.

Detto in parole semplici, è per questo che i ragazzi non hanno voglia di fare niente, perché gli hanno fatto passare la voglia di fare.

Di fare qualsiasi cosa.

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Allora ecco che c’è bisogno di individui come me che spiegano alle nuove generazioni e quelle che verranno, come imparare nel modo corretto.

Blog: www.metodouniversitario.it

Corso: www.esamiin7giorni.it

Oppure come costruire le basi per il loro futuro di successo, guadagnando tanto facendo un lavoro che amano.

Webinar: www.attraiillavoro.it

Detto questo, in questo articolo non parleremo del cambiamento interiore che dobbiamo dare per scontato.


Il mondo è un tuo riflesso, e sei tu a creare la tua realtà, è uno dei presupposti del nostro lavoro, perché davvero è impossibile aiutare chi crede che ci sia una crisi all’esterno, o che ci sia un esterno che può farti del male, pagarti poco, o non gratificarti per il tuo lavoro.


Sei tu che ti sei consciamente o inconsciamente, attirato una realtà di scarsità in cui qualcuno ti “fa del male”, in cui “qualcuno ti paga troppo poco” in cui qualcuno “ti fa fare un lavoro che non ti piace” e che ti fa “sentire inutile”.

Sono tutti prolungamenti del tuo essere

Ciò detto (questo presupposto lo daremo per scontato, altrimenti il mio invito a cambiare canale per farti rincoglionire dal telegiornale è sempre valido) vediamo cosa possiamo fare, oggi.

Il mercato del lavoro ha un grande problema, non veniamo preparati al mondo lavoro dalla scuola e dall’università.

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Vogliamo fare un po’ di esempi?

Ecco un po’ di competenze richieste per il mondo del lavoro che non abbiamo studiato a scuola:

1) Teamwork

A scuola non si copia

2) Essere aperti a Feedback

A scuola non si collabora

3) Responsabilità del Risultato

I valori portati avanti a scuola non sono quelli del “risultato” ma della “fatica“, in una frase: “se studi tanto sei bravo” il che presuppone che chi studia per tante ore è una persona da ammirare, nel lavoro se ci metti tanto per portare a termine un compito non sei bravo, ma sei lento.


Qual è quindi il lavoro del futuro?

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Possiamo quindi dire, data questa enorme mancanza, il lavoro del futuro è senza dubbio il project manager.

Cosa significa project manager?

Il project manager è il lavoro per cui devi prenderti la responsabilità della riuscita di un progetto.

Quale può essere questo progetto?

Beh, può essere organizzare un evento, portare in utile una campagna di Marketing, gestire un numero di potenziali clienti interessati a comprare e farli comprare.

Vorrei tornare un secondo sulla “cultura della fatica” che c’è a scuola.

A scuola nella maggior parte dei casi si incontrano professori che vogliano che tu faccia i compiti, il fatto che tu impari a pensare con la tua testa e a risolvere creativamente i problemi è secondario.

I professori non sono cattivi, semplicemente non gli interessa formarti su queste capacità.

Per questo pochissimi ragazzi oggi sono tagliati per fare i Project Manager.

A scuola vige la cultura del compitino.

Hai fatto i compiti quindi sei bravo.

Nel lavoro vige la cultura dell’impegno straordinario.

Non devi solo raggiungere il risultato, se vuoi fare carriera devi raggiungerlo in poco tempo, motivando le persone accanto a te, dimostrando capacità di empatia, leadership, velocità, efficacia.

Ma soprattutto devi saperti prendere le tue responsabilità.

A scuola andavano di moda le scuse, “prof non ho fatto il compito perché mia nonna stava male.”

La verità è che a nessuno gliene fregava un cazzo di quel compito, nemmeno ai tuoi professori probabilmente, e di certo non a te.

La domanda é: perché devo farlo? Perché devo studiare? Perché mi devo impegnare.

Nel film “An Education” c’è una bella scena a cui la protagonista dice all’insegnante:

“Non è sufficiente darci un’istruzione, ci dovete dire perchè lo fate

Un’altra competenza del futuro sarà sicuramente l’online.

E anche in questo purtroppo la scuola non ha fatto molto.

Oggi a malapena riescono ad organizzarsi a fare delle lezioni o verifiche a distanza, figuriamoci se possono insegnarci ad usare l’online.

Non sto parlando di postare foto su Instagram dei gattini, ma di saper usare tutto il mondo di Google, Instagram, Youtube, Facebook in modo professionale per generare profitto.

Quindi mettiamo insieme queste 2 cose.

Da una parte c’è l’incapacità dei giovani di prendersi la responsabilità di un progetto, lavorare in team, dare e ricevere feedback, ecc. ecc.

Dall’altra parte c’è un’assoluto analfabetismo online.

Ecco che abbiamo generato la ricetta per l’insuccesso.

La buona notizia è che sei atterrato su un pianeta diverso.

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Dopo aver realizzato e monetizzato il mio primo progetto (Metodo Universitario) che ha fatturato diversi milioni di euro, ho deciso di insegnare ai ragazzi quali sono le competenze per il mondo del lavoro.

E si tratta proprio di saper miscelare sapientemente l’utilizzo dell’online con il prendersi delle responsabilità di generare risultati.

Esempio semplice, semplicissimo.

Mettiamo che io ho un’azienda che vende carne.

Senza stare a pensare al brand, o al tipo di carne, mettiamo solo che vendo carne.

A te serve lavoro giusto?

Bene, allora quello che farai è venire da me è dirmi: per piacere signor Andrea ho bisogno di un posto di lavoro.

Ma io non so fare il macellaio

È un esempio!!!

Ovviamente io posso dirti di si, come di no.

Ma immaginati invece un’altra scena, la scena in cui tu vieni da me e mi dici.

Signor Andrea io sono un project manager, so prendermi la responsabilità di un progetto e portarlo in utile.

Questo significa che posso vendere la sua carne e aumentare del 10% delle sue vendite, me lo da un lavoro?

Secondo te hai più possibilità o no?

Risposta scontata.

Quello che non è scontato è: sei capace di farlo?

Sei capace di prenderti la responsabilità di un progetto e portarlo in utile?

E se non si potesse vendere più carne in una certa regione d’Italia perché c’è un particolare tipo di virus, cosa faresti?

Sapresti continuare a portare soldi?

Vedi è di persone così che è bello essere circondati.

Io non mi circondo necessariamente di persone simpatiche, ma di persone che vogliono prendersi delle responsabilità.

La responsabilità di fare le cose difficili non quelle facili, la responsabilità di risolvere problemi quando sembra che non ci sia una soluzione.

Prova a pensarci, cosa faresti in questo caso?

Mettiamo il caso che tu abbia le competenze per vendere online, cosa faresti se un certo tipo di carne diventasse impossibile da vendere per un nuovo virus?

Dalla qualità delle risposte che dai a questa domanda dipende il tuo futuro.

Non dal pezzo di carta, non dai voti che prendevi a scuola.

Quelle sono cose che possono aiutare, ma sono queste le domande che ti permettono di fare la differenza nel mondo del lavoro.

Bene, se vuoi approfondire l’argomento io ti consiglio:

1) Ascoltare il nostro Podcast sui lavori del Futuro:

Clicca qui per il Podcast “Caffè a Lavoro”

Nella puntata numero 3 parliamo proprio di quali sono i lavori del futuro

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2) Guardare se non l’hai già fatto il Webinar Attrai il lavoro, che ti darà le basi per guadagnare tanto facendo un lavoro che ami e che aiuta le persone

Clicca qui per il Webinar Attrai il Lavoro

Corso Gratuito  Attrai il Lavoro  1 1024x576 - Il lavoro del futuro (quando tutto questo sarà finito)

Buon proseguimento e ci vediamo nel prossimo articolo.

Ecco dove puoi continuare a seguirmi:

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Andrea Acconcia